titan

mercoledì 20 aprile 2011

Diciottanni – Il mondo ai miei piedi

Ludovico è un diciottenne di cupe speranze, bello, ricco e tenebroso. Ostile a concentrarsi sul futuro, preferisce occupare camere da letto di case lontane e sale da pranzo di amici. Orfano da più di dieci anni, vive ufficialmente con uno zio imbroglione ma è come se non avesse dimora, si trascina da un luogo all’altro senza stabilirsi da nessuna parte. Dopo aver sedotto la madre del suo migliore amico e la bella professoressa di latino, incontra la solitaria Giulia e se ne innamora. Ma lei, al contrario delle altre amanti mature, si ostina a nascondergli la sua identità, lo desidera intensamente ma poi puntualmente lo rifiuta. Quando Ludovico scopre chi è veramente Giulia, crolla in una disperata ricerca di senso che lo porta a riallacciare un legame con la pubertà perduta.
L’adolescenza è difficile per tutti. Ormoni farneticanti, sbalzi d’umore e grandi domande esistenziali sono impicci con cui scontrarsi quotidianamente. Elisabetta Rocchetti, qui nei panni di regista e attrice, interpreta Giulia, l’oggetto del desiderio di un ragazzo avvezzo a incontri sessuali, meno incline a instaurare amicizie e sani amori. La sua speciale bellezza fisica e il patrimonio lasciatogli dai genitori seducono le donne, dalla giovane ‘pischella’ alla madre di famiglia abbandonata dal marito. Negli amplessi più sfrenati – che il film bada bene a omettere, dando priorità a baci e carezze – si consuma un amore calcolatamente donato in cambio di un’ammirazione esaltata. Ludovico offre la sua giovinezza e, nel baratto, vuole la solidità di una persona adulta che lo ami incondizionatamente. Un traffico di promesse che non può far altro che deludere le parti.
La sceneggiatura segue un percorso senza ostacoli, preferisce la certezza di un’evoluzione narrativa prevedibile piuttosto che osare espedienti innovativi. Sottovalutando l’intensità dei temi (il passaggio alla maturità di un giovane scapestrato, il sesso come nuova frontiera dell’emotività), il film si inserisce in un’idea di cinema didascalico che chiarisce i passaggi, svela l’intimità dei personaggi senza alludere ma dichiarando, di volta in volta, tutti i pensieri più profondi. Marco Rulli regge bene la responsabilità di dare un tocco credibile ad una storia che ha punte di eccezionalità, e, dopo aver ‘stra-amato’ nella parodia al collega Scamarcio, trova un ruolo che mette in luce le sue doti. Gli altri interpreti (tutti bravi, compreso il cantante G-Max), sperduti in un mondo dove i sentimenti sembrano un’illusione tassativamente fallimentare, si barcamenano all’interno di case vuote, dove solo una sigaretta accende e riempie la desolazione della sera.

http://www.videoweed.com/file/6j8k87yl66tu9

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